Il futuro Presidente della Repubblica italiana, dopo aver giurato a Montecitorio, accompagnato dai carabinieri, alla volta del Quirinale, sarà scortato dal corpo dei corazzieri, guardie d’onore del Capo dello Stato, in sella alle moto Guzzi large, azienda di motociclette, fondata nel 1921.
I corazzieri nacquero il 7 febbraio del 1868, in occasione delle nozze del Principe Umberto e Margherita di Savoia: vennero riuniti 80 carabinieri a cavallo, provenienti dalle legioni Firenze, Milano, Bologna, con il compito di fare da scorta d’onore al corteo reale. Dal 1870 lo Squadrone Carabinieri Guardie Reali del Re divenne il reparto con il compito di proteggere Casa Savoia. Re Umberto II il 13 giugno 1946, nel cortile del Quirinale
, sciolse questo ambito corpo dalla Monarchia e il Presidente Einaudi, ripristinò lo Squadrone Carabinieri Guardie e le divise del 1876. Nel 1965, il reparto divenne Comando Carabinieri Guardie del Presidente della Repubblica, nel 1990 Reggimento Carabinieri Guardie della Repubblica.
Il 24 dicembre 1992 venne restituito ai custodi del Capo dello Stato il nome di Reggimento Corazzieri. Coloro che aspirano a diventare guardie del Capo dello Stato devono avere un’altezza di 1 metro e 90 centimetri, armonia di forme, prestanza e atleticità. Si narra che trascorrano circa due ore per allenarsi a mantenere una perfetta statica postura. Gli stivali che indossano sono alti 75 cm, realizzati con pellami pregiati. Durante le scorte d’onore nel traffico cittadino, la Scuderia vanta eleganti cavalli irlandesi alti 1,75 m. Sede del Reggimento è il complesso monastico annesso alla Chiesa di Santa Susanna, dedicato al Maggiore Alessandro Negri di Sanfront, distinto nella battaglia di Pastrengo.
Decano di questo Corpo è l’indimenticabile veneziano Giulio Biasin, il quale è stato al servizio dei Savoia e dei Presidenti della Repubblica Italiana, venuto a mancare all’età di 101 anni lo scorsa primavera del 2021.
Salvo Esposito
Produzione Riservata
Immagine in evidenza Corazzieri guardia d’onore del Presidente della Repubblica Italiana