Fortunato Amarelli, discendete da una storica famiglia Normanna il cui capostipite Ansoise, fu uno dei trenta duchi che discesero dal nord Italia. I suoi avi sono passati alla storia con Alessandro, che prese parte attiva alle crociate e Francesco Amarelli, che per essersi distinto nella Battaglia D’Otranto, ricevette il privilegio di inquartare lo stemma di famiglia con quello di Re Alfonso II d’Aragona. Fortunato, dopo gli studi di giurisprudenza a Siena, ha perfezionato il suo percorso formativo presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano. L’Avvocato, all’inizio del terzo millennio, ritorna a Rossano dove ha sede la sua omonima azienda fondata circa trecento anni fa, in cui ricopre il ruolo di Amministratore Delegato. In questi anni, molteplici sono i ruoli istituzionali da lui ricoperti, tra cui, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Cosenza e Vicepresidente dei Giovani di Confindustria della sua regione, Secondo Vicepresidente Nazionale e Presidente per il Sud Italia dell’unione imprese storiche d’Italia. In Banca d’Italia è stato cooptato nel consiglio direttivo per la Calabria, e da quasi tre anni ricopre il ruolo di Presidente di Confindustria Cosenza. Quest’anno inoltre, è stato nominato componente del CDA del Parco Archeologico della Sibaritide.
La sua Impresa nasce dalla geniale idea di un suo omonimo antenato, Fortunato Amarelli, che decise di impiantare un concio per la fabbricazione del succo di liquirizia. La radice macinata veniva immersa in acqua bollente in enormi conche di pietra riscaldate al fuoco diretto, ed estraendone il succo di liquirizia veniva successivamente essiccato per durare nel tempo. Così nacque una delle fabbriche dolciarie più antiche del mondo, eccellenza della nostra Italia. Oltre a Fortunato, in azienda troviamo sua sorella Margherita e gli zii Pina e Franco. La liquirizia, confezionata in piccoli scrigni di metallo, grazie alla sua ricetta rimasta segreta, ha conquistato il mondo, e il solo nome Amarelli è ormai diventato sinonimo di Liquirizia.
Marita Tancredi
Produzione privata